Spiega
Biondi nel Sahara
Lo scrittore Mario Biondi
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Lo scrittore Mario Biondi

SPIEGA

Come nasce un romanzo storico
(2022 - Inedito)
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© Mario Biondi
Divieto di riproduzione integrale
e obbligo di citazione (per cortesia...)

Arriva Macbeth di Verdi alla Scala, e molto giustamente gli esperti fanno a gara nello spiegare le diverse edizioni, le revisioni di Maffei, le innovazioni dell’edizione francese, e via enumerando. E che dire degli infiniti rifacimenti di Rossini? Ovvero, per meglio dire, del suo implacabile riutilizzo di materiali caduti nel dimenticatoio o non baciati dal successo: Maometto II che diventa L’assedio di Corinto, Il viaggio a Reims che emerge dalle spoglie del Comte Ory… E Donizetti? E… gli altri?

Musicisti, già, ma se invece si spiega come un romanzo storico possa essere impiantato su un precedente lavoro di ricerca e scrittura non andato a buon fine… Uhm! Uhm! Uhm! Le narici critiche si arricciano, le fronti si aggrottano.

Invece così è e così dev’essere. Perché sprecare ottimo materiale? Che cosa scriveva al proposito, per esempio, Sklovskij? Scriveva: “In un poema entrano facilmente e comodamente pezzi preparati in anticipo e tenuti in serbo fino al momento opportuno…” (Una teoria della prosa. De Donato, 1966, p. 224). Ecco dunque qui di seguito un esempio di come è nato un romanzo storico

Il work in progress intitolato Rosa d’Oriente ha avuto inizio alla fine degli anni Novanta del Novecento. In quell’ormai lontano momento del secolo scorso sono stato contattato da uno stimato amico, dirigente di un’importante Casa editrice italiana, che mi ha fatto una proposta. Progettava di lanciare una serie di romanzi a puntate per edicola. Meglio: di biografie romanzate di personaggi storici. Un sondaggio tra i loro venditori aveva singolarmente suggerito di cominciare con quella di Fernando Cortés, El Conquistador.

Si trattava quindi di scrivere un abbozzo di inizio e una traccia del progetto complessivo. Il progetto mi sarebbe stato ovviamente pagato, ma sarebbe stato messo in lizza con quelli chiesti ad altri scrittori. Una commissione all’interno della Casa editrice avrebbe deciso quale fosse il più interessante (a fini commerciali) e di conseguenza da sviluppare fino a farlo diventare la pubblicazione a puntate. Ero interessato?

Lo ero sicuramente. Mi è sempre interessato tutto ciò che bolle nei calderoni dell’editoria di libri. Né potevo dimenticare i sedici anni di lavoro (a tratti davvero entusiasmante) che avevo trascorso all’interno di tre Case editrici: Einaudi, (1968-1969), Sansoni (1970-1975) e Longanesi (1976-1984). Ficcare il naso nella lavorazione dei libri è sempre stato il mio hobby preferito. A parte, naturalmente, il mestiere di scrittore in proprio.

Mi misi quindi alacremente al lavoro, gettai giù i primi due o tre capitoli e delineai un progetto complessivo. Ma poco prima che consegnassi, l’amico mi telefonò trafelato per informarmi che i venditori, in un ulteriore sondaggio, avevano tirato fuori dalla manica un altro personaggio, secondo loro molto più “commerciale”, con cui iniziare la collana: Cesare Ottaviano Augusto, primo Imperatore di Roma.

Quindi, se la cosa continuava a interessarmi, alt con Cortes e mettersi al lavoro su Augusto. Ai vostri posti, pronti, via. Il progetto Cortes mi è stato pagato? Non ricordo, ma sapevo per ormai vecchia esperienza che le procedure dell’editoria sono stravaganti…

Non è il caso di farla troppo lunga: il progetto per la biografia di Augusto a puntate mi è stato di sicuro pagato, ma non è mai stato realizzato. Il mio, per lo meno: se lo sia stato quello di un altro scrittore, non so proprio.

Insomma, una ventina di anni or sono mi sono trovato con un libro mezzo scritto. Una biografia di Augusto raccontata da alcuni schiavi “colti”, catturati da Giulio Cesare in Asia Minore dopo la battaglia di Zela (47 a. C.), portati a Roma e lì sparpagliati per diverse case patrizie, dove assistono a tutto il travaglio di Roma nel passaggio da repubblica a impero. Nel frattempo però avevo cominciato a scrivere i miei tre libri di viaggio, quindi il progetto è rimasto a maturare sotto la paglia come le nespole.

Non ricordo più quando sia di nuovo emerso da lì, ma a un certo punto ho riletto il progetto, che avevo quasi dimenticato, e ne sono rimasto piacevolmente colpito. Ho deciso di completarlo. Riducendo però di molto il ruolo di Augusto e invece ampliando quello degli schiavi “testimoni” e “narratori”, e in particolare la parte di una donna, detta “Rosa d’Oriente”, fino a farla diventare la protagonista.

Insomma, trasformando il libro da biografia romanzata in vero e proprio romanzo. Nel giro di pochi mesi la prima stesura era conclusa, pronta per la prima, la seconda, la terza revisione et ultra. Che però hanno richiesto molto tempo, inframmezzate come sono state dagli anni di lavoro sulla traduzione dell’Ulisse di Joyce.

Terminata quest’ultima (autentica) fatica e pubblicato il monster joyciano (giugno 2020), sono tornato con passione al mio progetto di romanzo storico per un’ultimissima lucidatura come si deve.

E il 25 novembre 2021 Rosa d’Oriente è arrivata in libreria.
Nuova edizione!

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