Per una lettura documentata
Lo scrittore Mario Biondi visto da Mannelli
Lo scrittore Mario Biondi
  • Sito creato il 15/4/1995 dallo scrittore Mario Biondi © | Aggiornato | @ Contatti 0

Lo scrittore Mario Biondi

RACCONTA

Cindy Crawford
Cindy Crawford

Un incontro, uno sguardo, forse… (1992)

© Mario Biondi
Divieto di riproduzione integrale
e obbligo di citazione (per cortesia...)

A pochi passi dall’arco di Washington Square e dalla N.Y. University, a New York, è tutt’altro che raro incontrare una celebrità. È però rarissimo che qualcuno dia segno di averla notata. Se non altro per una questione di dignità. Sarebbe come dichiararsi un turista più che volontario, rinunciare al ruolo di duro habitué di downtown, ovvero di quella parte della metropoli, tra l’intellettuale e il maledetto, tra il fatiscente e il mondano, che si estende verso la punta di Manhattan. No, il vecchio navigatore di downtown, oltre a non avere assolutamente bisogno di prenotare in alcun locale, non guarda nessuno. Caso mai si fa guardare lui. O lei.
Ma quella sera, verso la fine dell’anno scorso, in un elegante ristorante della zona che offre un’ottima cucina quasi italiana, la mia compagna di tavolo, una brava penna tuttofare del giornalismo newyorkese, non riuscì a trattenersi dal chinarsi in avanti per mormorarmi tutta eccitata, sbirciando intanto ansiosamente al di là della mia spalla: «Indovina chi c’è due tavoli dietro di te, sulla tua destra?»
«Chi?» le chiese la mia voce strozzata mentre facevo l’atto di voltarmi a guardare.
«Non girarti, santo cielo, non girarti!»
Che figura avrei fatto! Imperdonabile. Feci finta che mi fosse caduto il tovagliolo, mi procurai un torcicollo, mi slogai una spalla. Ma vidi! E che cosa vidi! Il marchio di bellezza più glamorous, più eccitante, più famoso del mondo della moda. Il neo di Cindy Crawford. La top model che il parrucchiere delle star della passerella, Aldo Coppola, mi aveva un giorno dichiarato senza mezzi termini essere «la più grande, la più splendida e anche la più simpatica: incomparabile». Deglutii e recuperai a fatica la canonica posizione seduta.
«Con chi è?» mormorai a mia volta, maledicendo la perfetta educazione dell’amica che mi aveva imposto di sedermi con la fronte rivolta alla porta, caso mai, appunto, fosse entrata qualche celebrità. Io ero lì per lavoro, lei no. Comunque, dei due uomini in compagnia dell’«incomparabile» uno era di spalle e non potevo vedere chi fosse. L’altro era una faccia nota, ma non lo conoscevo.
«Uno è Richard Gere, ovviamente», rispose con sufficienza e con una punta di veleno la collega. «Lei starà come al solito cercando di convincerlo a sposarla. Strano, però», considerò pensosamente, «in presenza di quello lì.» Il secondo signore era infatti un’autentica celebrità della stampa newyorkese, come mi venne spiegato, originario della banda di Andy Warhol e di Interview. Strano davvero.
Non sapevamo, miseri mortali, come del resto non lo sapeva ancora il mondo intero, che Cindy e Richard stavano per convolare a nozze in grande segreto qualche giorno dopo a Las Vegas. E che la presenza al loro tavolo del famoso giornalista era forse proprio stata da loro voluta per fare abilmente filtrare l’indiscrezione. Chissà. Ah, Cindy! Cindy!
Donna opulenta, stupenda (86-58-84 per 1,77, ventisei anni) e soprattutto intelligente dicono coloro che la conoscono bene per avere lavorato con lei, da Helmut Newton a Herb Ritts, da Marco Glaviano a Francesco Scavullo. Tanto intelligente che il fatto che qualche anno fa abbia realizzato per Playboy un servizio abbigliata con il tipico costume di Eva non l’ha affatto danneggiata: al contrario, è riuscita a trasformarlo in un motivo di ulteriore successo. Tanto intelligente, però, da rispondere picche a Micky Rourke che la voleva accanto a sé (e sotto di se, sopra di sé, dappertutto) per le infuocate scene erotiche di Orchidea selvaggia. Quel tipo di nudo aveva immediatamente capito che l’avrebbe danneggiata. Al cinema ci arriverà sicuramente, è una sua aspirazione per nulla segreta (da ragazza, brava a scuola, progettava addirittura di correre per la carica di Presidente degli Usa!), ma il cinema a cui vuole arrivare è quello serio. Tanto che anche al set di Poliziotto a Beverly Hills n. 2 ha a suo tempo risposto di no.
Tanto intelligente, per continuare sul tema, da saper gestire con grande oculatezza i diversi miliardi che le paga la Revlon per averla in esclusiva, e gli altri (tanti!) che le hanno procurato le infinite escursioni sulla passerella delle sfilate di alta moda, le oltre duecento copertine di riviste patinate internazionali, il famoso calendario Daydream, il celebre spot recentemente realizzato per la Pepsi Cola. Tanto intelligente, per concludere, da essere finalmente riuscita a convincere Richard Gere a sposarla. Il corpo maschile più desiderato da milioni di donne in tutto il mondo. Un bel tenebroso non più giovanissimo e tenacemente ancorato alla vita da scapolo. Un buddista apparentemente più impegnato nelle campagne umanitarie che con le bellezze ostinatamente appioppategli dai mass media come nuova accompagnatrice fissa. Buone amiche, ribatteva ogni volta lui, infastidito. Fuochi di paglia destinati a consumarsi in breve tempo.
Lei, invece, la bella, l’intelligente, la simpatica Cindy, arrivata a Manhattan e al jet set internazionale dalla vita grama di DeKalb, laggiù nell’Illinois, ha saputo tenere duro. Tre anni e mezzo, per la precisione, dopo avere conosciuto il bel Richard a Los Angeles durante una festa in onore di Elton John. «Il mio amico di L. A.» l’ha definito per tutto quel tempo, facendo chiaramente intendere che i pettegolezzi sulla vita privata non piacciono né a lui né a lei. Ma alla fine l’ha spuntata, sia pure in una cappelletta della permissiva e torrida Las Vegas — già teatro di uno dei tanti vaporosi matrimoni di Zsa Zsa Gabor —, in presenza unicamente di tre amici, con una cerimonia semplicissima seguita da una frugale cenetta vegetariana.
Un matrimonio fondato sulla sabbia del deserto del Nevada, dunque? C’è da giurare di no. A farlo durare ci penserà la bella Cindy, determinata, intelligente e più bella che mai. Una donna capace di rassicurare soltanto i provinciali, pare abbia dichiarato un Oliviero Toscani volitivo e polemico. Be’, noi ci lasciamo rassicurare. Che male c’è a essere un po’ provinciali, quando c’è di mezzo Cindy? Se a lei e al suo galeotto neo Prince ha dedicato una canzone, a noi sarà consentito dedicarle un timido daydream, un piccolo sogno a occhi aperti?

Per Amica, luglio 1992
Novità in libreria

“Romanzo_Copertina"
I miei libri Kindle

Slide copertine
E anche nel formato

Stacks Image 7

Benvenuti. Questo sito è totalmente gratuito e NON fa uso di cookie. Non viene raccolto NESSUN dato personale.